giovedì, settembre 17, 2009

Seguiamo la rotta (e non mi cazzate la randa!)

Torno dall'inaugurazione di una coppia di amici, il collettivo diazmahiart,
anche loro con una doppia vita, lo stipendio entra da altri tristi lavori...


Al ritorno, in metro sfoglio una bella rivista, Calle20// (gratuita) che mi porta a conoscenza di quello che se non è già un "movimento" potrebbe presto esserlo: foto anonime.

All'origine, ci racconta l'articolo, nel 2003 Jay Carlson (del collettivo, con fanzine: the plug) legò alla maniglia della sua stanza a Las Vegas una macchina usa e getta per lasciarla a disposizione di chi passasse. Dopo un giorno e solo una foto l'hotel la fece togliere, ma migliori sorti ebbero i futuri esperimenti, con tanto di progetto "strangers photos have happened" realizzato lasciando una macchina attaccata ad una panchina ed un cartello della serie: fate le foto che vi pare!


Mr. Anonymous, canadese, nel 2006 rende piu' nomade questo filone e lascia dei kit, con tanto di francobollo perchè venissero rispediti a Vancouver, in giro per una dozzina di paesi, ricevendone 35 indietro (di 131) delle quali alcune erano state anche in Europa!
The anonimous photo project: il sito merita una visita, una bella forma di farsi le foto altrui (e tante)!!
Poi abbiamo chi si spinge oltre, come Geert Van der Meersch (si, anche nel nome...) che se ne va in giro per l'Africa con casse di macchinette fotografiche. Fantastici risultati: another day of life.

Anche il digitale è entrato nel circolo, e Photo Chaining propone appuntamenti dove lasciare schede di memoria, che poi vengono recuperate e pubblicate sul sito. Non è la stessa cosa...

Infine si apprezza anche l'esperimento della rivista, che pubblica delle belle foto anonime tratte da macchine fotografiche lasciate in varire panchine di Madrid.

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