martedì, agosto 11, 2009

Amsterdam

Lo schermo del cellulare s'illumina, testo:

"Sei libero il weekend 8-9 agosto? Ho dei biglietti aerei da usare."

Bene! Chiamo e rispondo: "sono libero, destinazione?" -
"Ah, non te l'avevo scritto? (ottimo inizio): Amsterdam."

I biglietti sono in standby, se c'è posto libero sali sul volo.

Capiamo presto che per venerdì pomeriggio non c'è speranza, posticipiamo a sabato mattina, quando il volo è sì pieno, ma con alto tasso di assenze dato l'orario: decollo alle 6.35, del mattino.

Viaggiamo fino all'aeroporto in scooter, col cuscino ancora attaccato ad una guancia per l'improvvisa chiamata che alle 5 mi sveglia di soprassalto: "oh, dove sei, ti stiamo aspettando?!"
Il neurone di guardia ha il testo pronto dalla sera prima: "Ci sono, ci sono, due minuti ed arrivo, aspettatemi!"

Dalle lenzuola all'appuntamento ci metto 9 minuti, percio' durante i 20 minuti in scooter ho ancora il fiatone, mentre cerco di non addormentarmi, chè è brutto farsi aspettare per poi capitonbolare addormentato in mezzo alla superstrada.

Check in quasi chiuso, perfetto per noi: solo alla chiusura sapremo se è avanzato qualche posto. Posto 2b, via al gate. Bagaglio? Il microzaino con la maglia e la polaroid dentro.


Mi addormento prima che salgano tutti i passeggeri, mi sveglio per chiedere un panino ed una birra alla hostess, poi mi risveglio che già siamo atterrati.

Io un caffe', uova fritte e un panino per gli altri, e poi per la prima volta vedo correre A, che zompa verso... l'attesa dell'autobus.
Arriva il mezzo ed arriviamo in città, una prima pausa e poi andiamo a cercare una stanza.

Scena un po' surreale, un francese alla reception chiede una stanza per 4, lui due figli una moglie. C'è una doppia con un letto aggiunto. Deve parlarne con la moglie, escono.

Noi: "una stanza per 3?" "Si, c'è una doppia con un letto aggiunto" (la stessa).
Ok, documenti, fotocopie, soldi... torna il francese:
- ok per la stanza - l'ho gia' data a questi ragazzi - ma no, le avevo detto..

La ragazzina sbotta subito con un "se non le va bene puo' chiamare la polizia, la chiamo io, vuole che la chiami?! La chiamo" alzando la cornetta.
Dovrebbe tenere un corso universitario di antirompicazzo.
Saliamo, nella stanza c'è ancora mezza colazione, il letto disfatto e un letto in meno.
Uno deve scendere, sperando in una risposta piu' cortese di un se non ci va bene dobbiamo chiamare la polizia... No, si era dimenticata che sarà pronta dalle 3 del pomeriggio.

Giusto. Almeno usiamo il bagno, poi fuori, un po' di cibo, altro giretto e merenda.
Ci incontriamo (per me a sorpresa) con ex colleghe, semisconosciute, che non ci trovano molto in forma; loro nemmeno lo sono, solo che non hanno scuse. Alle 4 finalmente svicoliamo per rientrare in albergo.

In stanza ora ci sono 3 letti, giaciglio (o bara) per un paio d'ore di sonno profondo.
Doccia e continua il tour.

E' sabato, agosto, c'è molta gente. La lingua olandese è un po' cacofonica, ma si ascolta di rado, sembra di stare in una città franca gestita da olandesi pero' collocata in un ipotetico confine tra la Spagna e l'Italia.

La cena a base di noodles del Wok to Walk è ottima, i compagni di viaggio praticamente sono delle guide locali, con un non so chè del somelier alternativo.

Le pile si scaricano pian piano, il redlight district è affollatissimo, apprezziamo il folklore delle vetrine, un po' di rammarico per l'ipocrisia d'altri stati.

E' tempo di dormire, per poter scrivere le cartoline il mattino dopo, abbuffarsi nel abbuffet per la colazione, comprare gli ultimi souvenirs e poi capire dov'è il treno per Schipol, l'aeroporto.

Il ritorno è facile perchè c'è molto posto libero sul volo, un volo a cui non partecipiamo molto, praticamente teletrasportati a destinazione.

Ci salutiamo felici, rientro a casa contento di essere a casa, contento di tornare per chi mi aspetta, e anche perchè quando si torna è per essere stati in altri posti.

2 commenti:

marina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marina ha detto...

finalmente un resoconto dettagliato del viaggio!
hai omesso solo la descrizione dell'acquisto delle valanghe di regalini portati ;)

bravo paier!