giovedì, ottobre 27, 2005

Dedicato ai distratti

Impongo un'osservazione che impugna una generalizzazione, un luogo comune che non ha più luogo, non quest'anno.
Scende in basso lo sguardo nel leggere il calendario, si apprestano a finire le cifre che nominano i giorni di ottobre, la vendemmia è finita, i colori sono autunnali, le persone han cambiato i guardaroba e gli umori, il tempo atmosferico è...
...è qui che, come una furia, intervengo io, paladino di una rivendicazione che Madre Natura non riesce a far pervenire, data l'agenda parlamentare e quella popolare così fitte d'impegni, una dedicata a non far perdere le elezioni e i danari ad un'èlite, l'altra a trovare il modo per pagare l'affitto, il mutuo o la spesa.
E nel frattempo nessuno si accorge, o non vuole accorgersi, che ora, adesso, in questo periodo, in questo istante, ci troviamo in piena "MEZZA STAGIONE". L'avevate tanto desiderata, reclamata addirittura; per lei si sono scomodati cervellini e cervelloni, congressi si sono tenuti in grandi auditorium e pessime osterie; la pubblicità e il mondo dei media hanno tratto vantaggio da questa assenza e, ora che è ricomparsa, sembra che tutti cerchino di far passare sotto silenzio questo ritorno. Non sarà che ci sono degli interessi enormi in gioco? Non sarà che fa comodo "avere" un'assenza piuttosto che rendere conto di una presenza? Ora una mezza stagione c'è, che conseguenze ne traiamo? L'assenza aveva un significato, era un sintomo, ma ormai anche un simbolo, di un'irreversibile processo di precarizzazione delle certezze, della definitiva deposizione della saggezza popolare, di un futuro costante nella sua incostanza: ciò che dovrebbe essere per sua natura non sarà.
E con questa (in)certezza ripetevamo, e ci ripetevano, un messaggio subliminale che rendeva normale ogni anomalia, o almeno ogni anomalia italiana, senza che ciò producesse alcun pensiero critico, del tipo: "ehi, ma c'è qualcosa che non va se è ottobre e il clima è tale che Silvio non ha ancora sostituito il cerone estivo con quello autunnale!" o altri simili pensieri.
Ora, forse incazzata per il folle progetto del "Ponte sull Stretto" o per uno degli infiniti scempi che il territorio italiano quotidianamente subisce, Madre Natura è venuta fuori coi bigodini in testa e il mattarello in mano e, urlando e mugghiando di tempeste, pioggie, tuoni e fulmini, non solo ha messo a nudo tutto il dissesto idrogeologico che le opere umane hanno provocato, ma ci ha tagliato anche il dito dietro il quale ci nascondevamo, il dito del "non esistono più le mezze stagioni"!

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